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Storia del Comune

Abitato fin dall’epoca romana, come testimoniano i resti archeologici di contrada Chiusa d’Adorno, il territorio di Campo Calabro era attraversato dalla Via Popilia-Annia che da Melia raggiungeva lo Stretto. Frequentato anche in epoca bizantina, Campo fu parte, fin dall’epoca normanna, del feudo di Fiumara ma si andò delineando come comunità organizzata solo dalla prima metà del XVII secolo, epoca in cui è attestata la chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena, poi eretta in parrocchiale nel 1701. Per tale culto nei documenti d’epoca il paese è menzionato come Campo della Maddalena, casale della baronia di Fiumara di Muro.

Dopo abolizione della feudalità, voluta dai Napoleonidi, Campo fu riconosciuto con legge n.14 del 19/01/1807 “università” nell’ambito del “luogo” di Villa San Giovanni. Il nuovo riassetto amministrativo della legge n. 922 del 04/05/1811 consolidò tale autonomia che fu confermata anche con la restaurazione borbonica. Interessato dalle vicende garibaldine, il comune mantenne la sua autonomia anche dopo l’Unità d’Italia quando assunse la denominazione di Campo di Calabria col R.D. n. 1795 del 08/05/1864, giusta delibera del Consiglio comunale del 30/12/1863. Campo mantenne la sua autonomia fino al R.D. n. 1195 del 07/07/1927, con cui fu aggregato a Reggio di Calabria, assieme ad altri 13 comuni dell’area dello Stretto.

Con la legge n. 1711 del 29/12/1932, dal 23 gennaio del 1933 il rione Campo di Calabria fu aggregato al ricostituito comune di Villa San Giovanni.

Con la nuova denominazione di Campo Calabro, il borgo divenne comune autonomo con legge n. 15 del 05/01/1950, a seguito del distacco da Villa San Giovanni.


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